Accessibile tutti i giorni, dal lunedì alla domenica mattina, quello di Ballarò è senza dubbio il mercato più noto e antico di tutta Palermo. Con i suoi mille e più anni di storia, il mercato di Ballarò è a tutti gli effetti un monumento storico del capoluogo siciliano. Per le strade e i vicoli dell'Albergheria sono passati personaggi di rilevanza nazionale e mondiale, capi di Stato, vip e fiumi di turisti incantati dalla sua straordinaria atmosfera e dalla varietà delle merci disponibili. Qui, infatti, è possibile acquistare di tutto, dalla frutta alla verdura di stagione, passando per la carne, il pesce, i prodotti tipici regionali e tantissimo street food.Tra questi spiccano le panelle, le arancine, i crocché, le stigghiole, il pane cà meusa, i cannoli, le cassate e tanto altra ancora. Ballarò, come tutti gli altri mercati storici del capoluogo siciliano, è un autentico must degli itinerari turistici: visitare questo mercato proietta in una dimensione senza tempo, nella quale a farla da padrone sono le urla dei commercianti, i profumi, i colori ma, soprattutto , la straordinaria accoglienza del popolo siciliano. Il mercato più antico di Palermo sorge nel quartiere popolare dell'Albergheria e va assolutamente visitato, essendo in grado di offrire un'esperienza indimenticabile. Provare per credere!
Quando si passeggia per le strade e i vicoli di alcuni quartieri storici di Palermo si ha l'impressione di essere atterrati in un suq arabo. Non è un caso se alcuni dei mercati più antichi del capoluogo siciliano sono stati creati proprio durante gli anni della dominazione araba. Ancora oggi, molti di questi hanno l'aspetto, gli odori e i colori di un tipico bazar nordafricano. L'usanza di richiamare a voce alta l'attenzione dei passanti, di sommergere le piazze e le strade con cesti, banchi e tendoni variopinti, sono alcune delle tradizioni alle quali i siciliani sono più affezionati. E così, il mercato di Ballarò rappresenta il luogo perfetto per un tuffo nelle tradizioni e nel passato più autentico del popolo palermitano. Parliamo di un vero e proprio monumento vivente, che da secoli vibra dell'energia, della simpatia e dell'accoglienza di generazioni di commercianti. Tappa imprescindibile di un tour a Palermo, questi mercati pittoreschi sono la sintesi perfetta dell'indole allegra e colorita e della cultura cosmopolita della gente di Sicilia. Come accennato poc'anzi, le origini di questo mercato risalgono addirittura al X secolo, quando gli arabi si impadronirono dell'isola. Il nome stesso del mercato deriverebbe dalla parola araba Balhara, che indicava un piccolo villaggio di commercianti situato nei pressi del quartiere di Monreale, presso cui venivano vendute spezie e prodotti tipici nordafricani. In origine, quindi, Ballarò doveva essere noto come Suq Al-Balhara. Non si tratta, però, dell'unica teoria relativa all'origine del nome Ballarò: un'altra ipotesi fa ferimento ad Ag-Vallaraja, località indiana nota per il commercio delle spezie provenienti dal vicino Deccan. Infine, una terza ipotesi, meno accreditata, farebbe derivare il nome Ballarò dal termine Segeballarath, che può essere tradotto con fiera, mercato o bazar. Quel che è certo è che chiunque decide di addentrarsi nelle viscere di questo magnifico mercato viene costantemente accompagnato dai richiami degli ambulanti che, esattamente come accade nelle strade di Marracash, Agadir o Fes, invitano ad acquistare verdura, agrumi di Sicilia, pesce e tanto cibo già cucinato. Questi inviti così pittoreschi sono noti col termine dialettale "abbanniate" e contribuire a far innamorare di Palermo milioni di visitatori ogni anno.
Come accennato in precedenza, Ballarò è il mercato più grande e antico della città: si estende tra piazza Casa Professa e Porta Sant'Agata e annovera decine di bancarelle conosciutissime dai palermitani, i quali non possono esimersi dal fermarsi e assaggiare le loro pietanze preferiti. Fino a pochi anni fà, il mercato di Ballarò aveva dimensioni inferiori a quelle attuali, essendo raccolto intorno alla piazza omonima. Come scrive Gaspare Palermo nella "Guida istruttiva per Palermo e i suoi dintorni" pubblicata nel 1858, Ballarò era una piazza viva e rumorosa, situata nel cuore del quartiere dell'Albergheria, di forma allungata e abbastanza stretta, dotata di un pavimento lastricato costituito da basoli di grandi dimensioni. Gaspare Palermo definisce Ballarò una “piazza di grascia”, nome che fa riferimento al settore in cui i vari bottegai erano specializzati. Costoro, infatti, vendevano soprattutto generi alimentari (grascia). Già agli inizi del XIX secolo, quindi, la piazza di Ballarò ospitava un grande mercato, destinato al commercio dei prodotti provenienti dalle campagne che circondano la città. Esattamente come accade ancora oggi, contadini e allevatori si riunivano in questo luogo con l'obiettivo di vendere le proprie merci alle centinaia di passanti e curiosi. Non erano affatto rari i prodotti di importazione araba, i quali contribuivano ad alimentare un legame antichissimo, ribadendo le origini musulmane di questo splendido mercato.
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